Come saranno i Social Network del Futuro (resoconto della prima puntata di XENOTOPIE)
Il primo laboratorio di XENOTOPIE ha aperto un varco verso un futuro alieno, un radicale Altrove radicale dove i social network non sono più strumenti di alienazione, ma piattaforme di connessione profonda, cooperazione e coscienza collettiva. Il tema, “Social network del futuro” ci ha permesso di immaginare un mondo in cui la tecnologia non è al servizio del controllo, ma della liberazione. Attraverso un pad abbiamo costruito insieme una visione condivisa, spingendo l’immaginazione oltre i confini del realismo.
Decentralizzazione e open source: il potere della comunità
Il primo passo per xenotopizzare i social network è stato liberarli dalle catene dell’organizzazione gerarchica. Nella xenotopia social non sono più dominati da algoritmi opachi e logiche di profitto, ma diventano strumenti di autogestione comunitaria. La decentralizzazione è il cuore di questa trasformazione: piattaforme open source, trasparenti e gestite collettivamente, dove ogni individuo può contribuire allo sviluppo e alla modifica delle strutture digitali.
Questo modello non è solo tecnologico, ma profondamente politico: i social network, in questa visione, non sono più luoghi di isolamento o competizione, ma spazi di costruzione di relazioni autentiche. La tecnologia diventa un mezzo per rafforzare i legami sociali, per creare comunità solidali e cooperative. Liberare i social dalla gerarchia significa restituire il potere alle comunità, trasformandoli in strumenti di emancipazione e condivisione.
Nuovi media tecnologici: espandere la connessione oltre i limiti del sensibile
L’immaginazione si è spinta oltre, esplorando nuovi strumenti tecnologici che dilatano la connessione su ogni dimensione percettiva e sensoriale. Si è parlato di dispositivi minimali, come anelli che proiettano ologrammi, e di tecnologie integrate negli spazi urbani, che interagiscono con l’ambiente circostante. Questi media non sono più centralizzati nel soggetto umano, ma si diffondono nell’ambiente, diventando parte di un ecosistema connesso.
La suggestione solarpunk ha guidato questa esplorazione, spingendo la tecnologia oltre l’organico: abbiamo immaginato tecnologie simbiotiche, capaci di creare relazioni antispeciste con animali non umani e persino con organismi come i licheni. Vibrazioni sonore, nuove forme di sensorialità e connessioni empatiche, simili a quelle immaginate in Sense8, hanno aperto la strada a un’idea di social network come rete sensoriale e organica, dove la connessione non è più limitata allo schermo, ma si espande in ogni direzione.
Coscienza collettiva e individualità: il micelio digitale
Espandendo i limiti dei medium tecnologici oltre le barriere dell’organico, il “tutto” si rivela come una rete vivente, simile al micelio dei funghi. In questa visione, ogni individuo è un nodo connesso, ma mantiene la propria identità unica. La coscienza collettiva non annulla l’individualità, ma la valorizza, creando un equilibrio armonioso tra il singolo e il gruppo.
Il conflitto, liberato dall’ego capitalistico, diventa un motore di progresso e innovazione. Questo modello di società tecno-organico-mistica supera le logiche di competizione e sfruttamento, avvicinandosi a un’idea di comunismo inteso come connessione organica. Il “true self” autentico e cooperativo emerge come risultato di questa evoluzione, dove l’ego individualista viene superato senza perdere l’unicità dell’individuo.
Conclusione: la password universale
In un sistema tecno-organicamente connesso, dove la rete vivente si espande come un micelio digitale, quale potrebbe essere la password universale per accedere a questa nuova dimensione? “PORCODIO”.
XENOTOPIE non è solo un laboratorio: è un invito a sognare insieme, a immaginare oltre i confini del possibile, e a trasformare quei sogni in realtà. Il viaggio è appena iniziato, e non vediamo l’ora di scoprire dove ci porterà la prossima puntata.
Per rivedere la puntata:
Per partecipare al prossimo laboratorio: Twitch (stiamo lavorando alla transizione su una piattaforma più "libera")